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venerdì 30 agosto 2013

Social Network in azienda: la nuova frontiera delle risorse umane

Un forum dedicato all’innovazione e all’utilizzo dei social network nelle aziende, sempre più importanti per sviluppare il business. Ad organizzare il convegno, che si terrà al Centro Congressi di Fiera Milano City il prossimo 26 settembre 2013, è AIDP Lombardia, che ha condotto un’indagine sull’utilizzo dei social network nella gestione delle risorse umane. Durante l’incontro, intitolato “Enterprise Social Network”, realizzato in collaborazione con il partner SAP, i partecipanti verranno guidati, attraverso case study d’eccellenza, a confrontarsi con i trend e le frontiere della funzione risorse umane in chiave social. Durante l’evento sarà possibile assistere alla testimonianza di aziende di successo, incontrare esperti e familiarizzare con alcune delle più innovative soluzioni all’interno di una speciale area esperienziale, un vero e proprio laboratorio, dove sperimentare il futuro che ci aspetta. Le parole chiave su cui i partecipanti saranno chiamati ad esercitarsi sono: recruiting, intranet collaborative, enterprise social network, employer branding e web reputation, social media policy, social organization, community aziendali e nuovi modelli di lavoro partecipativo, bossless company e peer review. Alle ore 11.00 è in programma una tavola rotonda, alla quale parteciperanno le aziende invitate a raccontare la loro esperienza di successo sulle nuove frontiere dell’Enterprise Social Network. Hanno già confermato la loro partecipazione: Yahoo Italia ed il Ministero degli Affari Esteri. Un’occasione di confronto, per approfondire la conoscenza di uno strumento fondamentale per lo sviluppo di un’azienda, come i social network. 

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“Combook. Twitter, Facebook, Youtube, Linkedin…Come comunicare con i social network.”

Una guida pratica, contenente istruzioni, analisi e suggerimenti all’uso degli strumenti e delle applicazioni più utilizzate da addetti stampa e professionisti dell’informazione e della comunicazione. E’ un bel libro, adatto a tutti, quello scritto da Salvo Guglielmino e Andrea Benvenuti, due professionisti del mondo della comunicazione, che affrontano la “mediamorfosi” più importante ed innovativa degli ultimi anni, quella del social networking. Un quotidiano fatto di condivisione, pervasività, inclusione all’interno di gruppi e voglia di dire la propria, sempre e su qualsiasi argomento.
Il libro non mette in luce solo questi aspetti, ma cerca di analizzare la situazione odierna, inserendola nel contesto tecnologico e sociale. Una guida pratica, che più di un salto tecnologico, ci parla di un notevole salto culturale, per comprendere ed essere protagonisti attivi di queste nuove piazze virtuali, che sono i social network, che hanno permeato il mondo professionale, divenendone un alleato sempre più indispensabile. Un libro che si propone anche come laboratorio di social network, presente ovviamente su Facebook, Twitter e Linkedin, dove aggiornare informazioni, scambiare esperienze e nuovi progetti.
Come ricorda nella prefazione Sergio Rizzo, giornalista d’inchiesta del Corriere della Sera, i social network hanno invaso le vite di ciascuno di noi.
Aziende e professionisti che vogliono crescere e fare business non possono prescindere dal mondo dei social network.

SCHEDA DEL LIBRO
Titolo: “Combook…Come comunicare con i social network
Autori: Salvo Guglielmino e Andrea Benvenuti
Editore: Centro di documentazione giornalistica

Pagine. 223

giovedì 29 agosto 2013

Il mercato? E' fatto per gente cattiva

Lo dimostra uno studio condotto da un economista tedesco


Tutti noi siamo sempre pronti a scandalizzarci e a stracciarci le vesti dinanzi a veri e propri scandali, come lo sfruttamento lavorativo dei minori o degli operai cinesi o ancora davanti al crollo di una fabbrica nel terzo mondo, con migliaia di lavoratori rimesti uccisi sotto le macerie. Eppure, una volta che ci troviamo immersi nelle logiche di mercato, tutta questa indignazione di colpo passa, facendo passare in secondo piano tutte le nostre convinzioni morali. A dimostrarlo scientificamente, è un test, condotto sulla pelle di alcuni topolini in laboratorio, dell’economista tedesco Armin Falk. Gli 800 volontari reclutati da Falk dovevano decidere se alcuni topolini di laboratorio usati per la ricerca, ma ormai anziani, dovessero trascorrere la loro vecchiaia assistiti e accuditi. Tutti inizialmente hanno risposto ovviamente di sì, ma quando ai volontari è stato chiesto se uccidere un topolino in cambio di 10 euro fosse giusto, già la metà aveva accettato. Le proposte successive ai volontari in questo gioco di ruolo si sono fatte poi più complesse nel corso dell’esperimento, con diverse altre considerazioni sul valore dello scambio. La morale è passata ulteriormente in secondo piano, ed il 76% dei topolini è stato sacrificato in cambio di un prezzo medio di circa 10 euro. La molteplicità degli attori in campo diluisce evidentemente l’importanza del singolo individuo. I topolini tedeschi suggeriscono anche a noi una considerazione: la consapevolezza che rinunciare ad un’opportunità permetterebbe ad altri di approfittarne, permette di pacificare la propria coscienza. Il senso di competizione che un mercato con molti attori è in grado di scatenare, anche nel più mansueto degli individui, fa il resto. Insomma, secondo questo studio, il mercato uccide l’etica e ci rende tutti più cattivi. Del resto, chi rinuncerebbe ad acquistare l’ultimo prodotto elettronico o accetterebbe di pagare una bolletta più cara, in cambio di un maggiore rispetto dell’ambiente?

mercoledì 17 luglio 2013

Whirlpool: una proposta per conciliare lavoro e famiglia

Supportare le dipendenti al rientro dalla maternità, facilitando la conciliazione del lavoro con le esigenze della famiglia. Dal prossimo mese di settembre, Whirlpool, la multinazionale americana degli elettrodomestici, organizzerà un programma specifico di aiuto al reinserimento lavorativo dopo un’assenza prolungata, fatto di attività di formazione, affiancamento on the job e coaching individuale. 
Il programma “Welcome back training” è parte del progetto Whirlpool per la famiglia; dal mese di settembre, le donne rientrate dal periodo di maternità, potranno seguire una sessione di formazione di gruppo, che avrà al massimo dieci partecipanti e che sarà tenuto da personale interno; a seguire, le sessioni individuali con consulenti esterni ed il followup
formativo di gruppo. 

La redazione consiglia...

Dannata burocrazia! Da macigno sopra i cittadini e imprese a motore di sviluppo

Il peso sempre più soffocante della burocrazia, per cittadini e imprese, è ormai da anni al centro delle cronache e dei commenti di tutti i principali mezzi di comunicazione. Non passa giorno che un nuovo misfatto, attribuibile alla burocrazia italiana, non faccia capolino sui mass media. In questo saggio gli autori, Mario Ciaccia e Felice Serino, analizzano le riforme che hanno cercato di cambiare e semplificare le varie procedure, ma che, pur cariche di buone intenzioni, non sono riuscite a centrare l’obiettivo. Ora che il dibattito sugli eccessi della burocrazia è diventato incandescente, gli autori propongono nuove linee per un’amministrazione pubblica agile e flessibile, davvero a servizio del cittadino e delle aziende. Ciaccia e Serino con spirito innovativo, disegnano un modello di marketing pubblico, adottabile da ciascuna unità dell’apparato, centrale o periferica, volto a costruire un sistema di ascolto “a sensori”, che possa realmente e rapidamente rispondere alla domanda dei cittadini e delle imprese. Un saggio agile che, se da un lato denuncia le storture della burocrazia italiana, dall’altro prova ad indicare delle soluzioni. Molte aziende, se tentato di uscire dalla crisi, mobilitando investimenti per creare ricchezza e posti di lavoro, vengono spesso bloccate dall’incapacità di decidere di alcuni burocrati. Le imprese per svilupparsi hanno bisogno di regole e tempi certi. Insomma, un’automobile con il motore fuso come la nostra burocrazia, non può fare molta strada attraverso una superficiale revisione di alcune parti meccaniche. Occorre molto di più: una macchina nuova, adatta alle moderne esigenze.

Scheda del libro
Titolo: “Dannata burocrazia! Da macigno sopra i cittadini e imprese a motore di sviluppo”
Autori: Mario Ciaccia e Felice Serino
Editore: Aracne
Anno: 2013
Pagine: 116

Prezzo: 12 euro 

Nelle aziende è l'ora dei team misti

In questi anni, la diversity in azienda ha significato soprattutto il forzato svantaggio delle donne rispetto agli uomini. Oggi, le diversità che si stanno consolidando nei luoghi di lavoro sono piuttosto quelle d’età e di nazionalità. Secondo un’indagine di S3 Studium, società leader nelle analisi di scenario, che ha appena concluso uno studio sul futuro della gestione delle diversità nelle aziende, nel 2020 più che le discriminazioni di genere, resisteranno quelle d’età e di etnia, le quali si manifesteranno prima dell’entrata in azienda, durante la selezione del personale. Secondo lo studio, nel 2020, le aziende continueranno a cercare di escludere le persone sopra i 50 anni. Dall’altro lato però, l’aumento dell’internazionalizzazione farà crescere la competizione tra lavoratori di diverse provenienze geografiche e ciò riguarderà sia i lavoratori a bassa scolarizzazione sia i knowledge worker. Gli ingegneri indiani, ad esempio, aumenteranno la competitività con gli italiani; questo rilancerà anche chi è già in Italia da tempo. La presenza di immigrati di seconda generazione, integrati e con scolarità a volte superiore a quella dei giovani italiani, creerà una competizione ancora maggiore. Quali previsione per il 2020? I team misti saranno una risorsa per i datori di lavoro, perché chi fa business dovrà sempre più confrontarsi con il mondo. I giovani che entreranno in azienda nei prossimi dieci anni porteranno maggiore disponibilità alla multiculturalità e ciò sarà un beneficio, perché è dai gruppi misti che vengono le soluzioni più creative. Una sfida economica ma anche culturale, che le aziende italiane sono chiamate a giocare in nome della competitività e dello sviluppo. 

martedì 25 giugno 2013

Intervista ad Andrea Orlandini

La Redazione di Osservatoriorisorseumane avvia un ciclo di interviste, su temi di attualità, a Direttori del Personale di aziende leader.
Andrea Orlandini, dal 1995 Direttore Risorse Umane e Organizzazione del Gruppo Sisal, risponde oggi alle nostre domande sulla crisi attuale, sull’occupazione e sui temi di maggior attenzione, oggi, per i Direttori Risorse Umane, lanciando anche un interessante appuntamento per il prossimo anno.
Segui la video intervista ad Andrea Orlandini 



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Vivere a spreco zero; una rivoluzione alla portata di tutti
di Andrea Segrè

Un’accorata difesa dell’ambiente, fatta non solo di passione ma anche di dati oggettivi, che in 160 pagine invita cittadini, imprese e istituzioni a prendere una rotta decisamente più green nella vita quotidiana. Un saggio che si legge tutto di un fiato quello scritto da Segrè, professore ordinario di politica agraria internazionale e comparata, è da anni coinvolto in battaglie contro gli sprechi. L’autore analizza norme e regolamenti, nazionali e internazionali, dedicati alla lotta agli sprechi  e arriva a mettere a fuoco una nuova visione del rapporto tra ecologia ed economia, dove la seconda è parte integrante della prima. 
Gli sprechi oggi sono all’ordine del giorno: se debellare completamente il fenomeno è praticamente impossibile, molto più fattibile è ridurlo.

GAI - Gruppo Acquisto Ibrido

Una rete di consumatori che si fa impresa. È questa la storia nata dall’idea green di Luca Dal Sillaro, ovvero acquistare a prezzi vantaggiosi auto cosiddette ibride.

Dal Sillaro, libero professionista che si occupa prevalentemente di formazione, sfruttando al massimo le potenzialità di internet ha creato il primo Gruppo di Acquisto Ibrido (Gai), che oggi ha un suo blog (www.gruppoacquistoibrido.it). Un’idea nata praticamente per caso, quando Dal Sillaro ha avuto l’esigenza di cambiare auto e, cercando su Internet, ha trovato altre persone desiderose di acquistare un’auto ibrida, ovvero alimentata, almeno in parte, elettricamente. 
Alla fine sono 16 le auto che vengono acquistate contemporaneamente presso un’unica concessionaria. Ciascun aderente al Gai spunta uno sconto di 3.500 euro. L’idea di Dal Sillaro ha fatto scuola ed è un’attività che occupa soltanto una mezz’ora al giorno. Tramite il blog, il Gai mette a disposizione di altri consumatori tutta la professionalità e le competenze acquisite il questi mesi. Nuovi gruppi di acquisto ibrido stanno sorgendo a Milano e a Roma. 
Il mercato delle auto ibride in Italia, a differenza ad esempio degli Stati Uniti, stenta a decollare, anche per i tempi di consegna dei mezzi, addirittura sei mesi. I prezzi invece sono buoni ed i mezzi affidabili. Il Gai si aspetta ora che una grande casa costruttrice di auto proponga al Gruppo una convenzione, sulla falsariga di quella stipulata con la categoria dei tassisti, per ottenere delle agevolazioni. Un altro aspetto del lavoro del Gruppo Acquisto Ibrido è oggi anche scegliere le concessionarie auto che applichino gli sconti migliori. L’obiettivo del gruppo è quello di chiedere agli stessi concessionari un riconoscimento all’impegno e alla professionalità del Gai, il cui lavoro sta contribuendo a sollevare il mercato delle auto, in stallo a causa della crisi economica. 
L’attività del gruppo è concentrata nel blog sul web, dove si possono trovare tutte le indicazioni utili sul mercato delle auto ibride. Ancora una volta, web e green si trovano ad essere due ingredienti fondamentali e vincenti per le nuove imprese. 

Il gelato come business

Continua il viaggio del nostro Osservatorio all’interno del mondo delle imprese green.
Abbiamo intervistato Federico Grom, patron dell’omonima azienda, che nel 2003, dopo una laurea in economia ed alcuni anni di lavoro come manager finanziario, insieme con l’amico e socio Guido Martinetti, inaugura la prima gelateria Grom a Torino. Sulla loro avventura hanno scritto anche un libro sulla loro avventura imprenditoriale i due hanno anche pubblicato il libro: “Grom. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori”, che abbiamo recensito sul nostro Osservatorio.
Oggi, le gelaterie Grom sono 63 sparse un po’ in tutto il mondo ed i due amici e soci possono contare su circa 600 collaboratori. Federico gestisce la finanza aziendale e si occupa dei negozi e del benessere dei dipendenti che ci lavorano.

lunedì 3 giugno 2013

Boom di imprese green in Italia

Investire nella green economy aiuta a combattere meglio la crisi

Il futuro dell’industria italiana è verde, il rilancio del nostro Paese non può avvenire attraverso una politica economica, sociale e d’impresa che ignori la questione ambientale. Secondo il rapporto Green Italy 2012, in Italia, circa un quarto delle nostre aziende sta investendo in green economy; queste stesse aziende sono quelle che esportano di più, producono più posti di lavoro e spesso mantengono più saldi i legami con territori e comunità. Secondo il rapporto, sono il 23.6% le imprese industriali e terziarie che nel nostro Paese si distinguono per aver puntato sull’economia verde; aziende sparse su tutto il territorio nazionale. Altri danti confortanti: il 37% delle imprese che investono in eco-sostenibilità hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel 2011, contro il 18% delle imprese che non hanno investito green, mentre il 30% delle assunzioni che riguardano il settore privato nel 2012, riguarda profili professionali che hanno a che fare con la sostenibilità. 

venerdì 31 maggio 2013

Strategie imprenditoriali ed organizzative

La redazione consiglia...

“Grom. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori”

Un libro da leggere tutto di un fiato, quasi come mangiare un gelato, quello scritto a quattro mani da Federico Grom e da Guido Martinetti, che racconta la storia della loro amicizia, del loro grande sogno e della loro grande impresa imprenditoriale. Un manager ed un enologo, di 39 e 37 anni, con il sogno di fare il gelato più buono del mondo, che partono da un piccolo negozio di 25 metri quadrati a Torino e che in pochissimi anni, selezionando le migliori materie prime nei cinque continenti, rinunciando ad additivi, creano un gelato di altissima qualità, che li impone come marchio d’eccellenza sulla scena del food internazionale. Una storia imprenditoriale sorprendente e affascinante, che sa infondere speranza e ottimismo in questa fase di crisi economica mondiale, esattamente come la strada che da quel primo negozietto di Torino, ha portato Grom e Martinetti fino a Malibu, Tokyo, Parigi, Osake e New York. Sognatori estremamente concreti che con serietà e rigore hanno costruito una grande avventura imprenditoriale, sempre pronti a progredire, migliorando le ricette del gelato e le strategie economiche, riservando grande attenzione anche alla scelta e alla crescita dei propri collaboratori, che vengono valorizzati e stimolati. Un libro da leggere come da provare è il gelato di Grom.

Scheda del libro:
Titolo: Grom. Storia di un’amicizia, qualche gelato e molti fiori”
Autori: Federico Grom e Guido Martinetti
Editore: Bompiani
Pagine: 276

Prezzo: 17.50 euro

Strategie imprenditoriali ed organizzative - segue

FARE LA SPESA SUL WEB ACQUISTANDO PRODOTTI D’ECCELLENZA

Un esempio: il business dell’azienda Buono e Giusto


Commercio on line di prodotti enogastronomici d'eccellenza, praticamente a chilometro zero, a prezzi accessibili. E' l'originale ricetta di business scelta dai fondatori dell'impresa “Buono e Giusto” di Olgiate Olona, in provincia di Varese. Professionisti, dirigenti ed imprenditori, provenienti da diversi rami dell'economia, accomunati dalla voglia di investire in un'impresa commerciale che fonda l'innovazione, a livello di canale di vendita e la tradizione dei prodotti tipici. Oltre all'e-commerce sono stati attivati diversi punti di ritiro, sparsi sul territorio varesino e milanese, per avere l'occasione di parlare direttamente e confrontarsi con i clienti. I prodotti che “Buono e Giusto” mette in commercio provengono da produttori del centro nord Italia. La società è partita in sordina, tra amici appassionati di prodotti del Monferrato, e poi si è allargata, fino a diventare un'azienda. C'è anche un aspetto culturale importante che muove l’azienda Buono e Giusto, quello di fare favorire un consumo consapevole dei prodotti del territorio provenienti dai piccoli produttori. Un'altra idea vincente dell'impresa di Olgiate Olona è quella di commercializzare anche i prodotti freschi, una rarità nel panorama dell'e-commerce. Nel negozio virtuale di “Buono e Giusto” che si trova ovviamente sul web (www.buonoegiusto.it) si possono trovare anche diversi tipi di carne, oltre a salumi e formaggi, che vengono consegnati freschi, grazie alla catena del freddo, direttamente a casa. I punti fermi sono l'alta qualità dei prodotti con attenzione alla filiera produttiva, la valorizzazione dei prodotti tipici e la stretta correlazione con la cooperazione sociale, facendo crescere uno stile di consumo consapevole. 

Strategie imprenditoriali ed organizzative

All’interno dei modelli organizzativi che cambiano, e dei mestieri che si aggiornano, una posizione di primo piano la sta assumento mondo dell’agricoltura e dei cibi di qualità. Come commentano Cia-Confederazione italiana agricoltori e Coldiretti sul rapporto Istat relativo al secondo trimestre del 2012, nonostante la crisi e, a dispetto di tutti i problemi che condizionano la competitività delle imprese, l’agricoltura si dimostra un comparto ancora vivo e vitale, anche dal punto di vista occupazionale. E mentre industria e costruzioni archiviano il secondo trimestre 2012 con flessioni robuste, il settore primario mette a segno un incremento degli occupati del 6,2% tendenziale, e fa registrare il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti, con un incremento record del 10,1%, in netta controtendenza con l’andamento generale che mostra livelli elevati di disoccupazione.
Inoltre, secondo le stime della Coldiretti, ha meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati che hanno abbondantemente superato quota 100.000. Questa tendenza di recupero del settore primario va in coerenza con il tema della sostenibilità ambientale, della qualità dei prodotti, dell’attenzione alla qualità del cibo.
Le dimensioni di queste imprese, che sono mediamente piccole o molto piccole, segnalano tuttavia un trend di sviluppo e forse anche un’indicazione per quelli che saranno i lavori del futuro.
Così come recentemente ci siamo occupati del fenomeno delle reti d’impresa, cominciamo da oggi a segnalarvi anche esperienze significative e casi di successo di strategie imprenditoriali ed organizzative legate alla sostenibilità ambientale ed alimentare. Già oggi gli inglesi parlano dei new age farmers.

Segnaliamo, dunque, un’esperienza che unisce il commercio on line alla filiera di qualità alimentare e il caso, già raccolto in un volume, del gelato Grom.

martedì 21 maggio 2013

Lavoratori over 50: l'inchiesta continua

La nostra intervista ad Aldo Magnone

Nuova puntata dell’inchiesta del nostro Osservatorio sui lavoratori senior. Un fenomeno centrale per lo sviluppo delle aziende, quello della gestione del personale over 50. Sull’argomento abbiamo intervistato il dottor Aldo Magnone, dal 2005 Partner di Arethusa, con un passato di manager nell’ambito della gestione delle risorse umane in importanti gruppi come Colgate Palmolive, Star, Pirelli e Walt Disney. Nella sua ultima esperienza in Walt Disney come Country Manager HR, aveva la responsabilità della gestione delle risorse umane per tutte le linee di business in Italia: licensing, retail, editoria, televisione, cinema ed internet. 

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Cambiamo tutto!
di Riccardo Luna

In questo agile libro, l’autore Riccardo Luna racconta la rivoluzione degli innovatori, che è in corso nel nostro Paese. Una rivoluzione che non si fa riempiendo le piazze, ma cambiando le nostre vite, nel modo di fare scienza, nel come si condivide la conoscenza o si creano posti di lavoro o ancora si producono beni. Un libro che è un inno all’ottimismo, in cui si racconta la vita degli startupper che il lavoro non lo cercano, perché provano a crearselo, inseguendo un’idea innovativa. Tutto sta cambiando, perché abbiamo a disposizione la prima arma di costruzione di massa che è Internet. Ecco perché, secondo Luna, oggi dobbiamo essere ottimisti; il mondo attorno a noi può cambiare in meglio, grazie a tre parole d’ordine: trasparenza, partecipazione e collaborazione e alla voglia di ciascuno di noi di provarci. Le startup, per la cultura dei loro fondatori, sono lontane anni luce dal nanismo di cui soffrono certe piccole imprese; non dimentichiamo che furono startup anche Microsoft, Apple, Google e Facebook. Luna dedica il primo capitolo del libro proprio agli startupper, ovvero di come si possono creare posti di lavoro grazie al web e del perché dobbiamo diventare la startup di noi stessi. Molti giovani italiani ci stanno provando; il saggio di Luna non è tanto una guida ma piuttosto un inno all’ottimismo, per incoraggiare, attraverso le storie di chi ce l’ha fatta, chi ci sta provando, nonostante mille ostacoli.

La scheda del libro:
Titolo: Cambiamo tutto!
Autore: Riccardo Luna
Editore: Laterza
Anno: 2013
Pagine: 163
Prezzo: euro 11.90 

lunedì 20 maggio 2013

Imprese familiari: consigli utili per una buona successione


I consigli del Professor Alberti, autore di una ricerca sulle Pmi

L’impresa famigliare rappresenta un’istituzione fondamentale del capitalismo italiano e di quello di altri Paesi del mondo. Secondo le stime della Commissione Europea, le imprese di famiglia rappresentano, tra il 65 e l’80% delle aziende del mondo ed il 93% in Italia, impiegando il 52% della forza lavoro e producendo il 70% del Pil. Il Professor Fernando Alberti, docente di Economia delle Pmi all’Università Liuc di Castellanza, ha compiuto uno studio sulle imprese famigliari, identificando quattro macrocategorie:
  1.  imprese domestiche di piccola dimensione, in cui il capitale è posseduto da un solo proprietario, che è tipicamente il fondatore o il successore
  2. imprese famigliari tradizionali, che hanno un modello di proprietà simile al precedente, ma la loro dimensione può essere anche più grande e la gestione può essere affidata a soggetti non famigliari
  3. imprese famigliari allargate, dove il modello di proprietà è chiuso alla sola famiglia ma allargato a molti membri e la gestione è affidata sia a persone interne sia a persone esterne alla famiglia stessa
  4. imprese famigliari aperte, che hanno una dimensione medio grande ed hanno un modello di proprietà che comprende anche soci non appartenenti alla famiglia.

lunedì 13 maggio 2013

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Elogio della piccola impresa
di Giulio Sapelli

Nel suo interessante saggio, Sapelli, editorialista del Corriere della Sera e docente di Economia Politica all’Università Statale di Milano, affronta il tema della piccola impresa, spina dorsale dell’economia italiana. Non antitetica ma complementare e sinergica rispetto al big business, nel nostro Paese, la piccola impresa è stata il veicolo dell’affermazione sociale delle classi subalterne, rappresentando un inesauribile serbatoio di imprenditorialità e forza creatrice. La sua crisi attuale è lo specchio della crisi di un intero sistema sociale prima che economico. Secondo Sapelli, la piccola impresa italiana può risorgere, trasformata e rafforzata, a patto che il sistema sociale sappia sostenerla, rifondando l’economia sulla persona e la famiglia. L’autore analizza nel suo libro anche il carattere e la forma della microimpresa italiana. Si tratta soprattutto di imprese a conduzione famigliare, che per Sapelli, non hanno la necessità di crescere per quel che riguarda il numero di persone coinvolte, ma sono chiamate a confrontarsi con le nuove e globali sfide dell’economia mondiale in crisi e devono quindi saper diversificare e raggiungere i mercati che si offrono alla loro produzione. Il modello sociale e famigliare incarnato dalla piccola e microimpresa italiana offre, secondo l’autore, speranze reali per il rilancio e una nuova fase del capitalismo produttivo di rilevanza sociale. Un saggio agile e scorrevole, anche per i “non addetti ai lavori”, ricco di dati e di testimonianze dirette di imprenditori, attraverso le quali comprendere la geografia della piccola impresa italiana, che non si vuole arrendere alla crisi, ma anzi essere protagonista della ripresa.

Scheda del libro:

Titolo: “Elogio della piccola impresa”
Autore: Giulio Sapelli
Editore: Il Mulino
Anno: 2013
Pagine: 116

venerdì 10 maggio 2013

Contro la crisi arriva il temporary manager


Federmanager propone alle aziende un manager a tempo per rilanciarsi

Un dirigente a tempo, che lavorando in team, aiuti le aziende ad affrontare situazioni di cambiamento; un inserimento temporaneo in azienda di professionisti qualificati, con deleghe, obiettivi e tempi predeterminati. Questo in sintesi il progetto partito da Federmanager, l’associazione di categoria dei manager. Il primo punto di contatto tra l’impresa ed il temporary management è lo sportello; attraverso Federmanager o altre associazioni di categoria, l’azienda espone i propri problemi, fino alla definizione dei contorni della questione che intende risolvere, come la sistemazione dei conti, l’apertura a nuovi mercati o la gestione di nuovi progetti. Il primo approccio può dare luogo a semplici consigli, oppure rappresentare l’inizio di un percorso di collaborazione, individuando le figure professionali da coinvolgere..

venerdì 3 maggio 2013

Continua a crescere il tasso di occupazione dei lavoratori senior


La nostra intervista a Francesco Marcaletti

Continua l’inchiesta del nostro Osservatorio, sul tema dei lavoratori senior over 50. Una questione quanto mai attuale nel mondo dell’impresa, che deve essere in grado di motivare ed organizzare al suo interno il lavoro di questa particolare categoria di dipendenti. Abbiamo intervistato a questo proposito il professor Francesco Marcaletti, ricercatore associato nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano.

Continua a crescere il tasso di occupazione dei lavoratori senior


La nostra intervista a Pierluigi Celli

Il lavoratore over 50 è una figura sempre più diffusa all’interno delle aziende, per l’allungamento dell’età media, ma, soprattutto, a causa della riforma delle pensioni firmata dal ministro Elsa Fornero, che ha allungato notevolmente la permanenza sul luogo di lavoro dei lavoratori over 50. Una realtà con cui le aziende devono fare i conti, in termini di formazione e riqualificazione. Abbiamo intervistato a questo proposito il professor Pierluigi Celli, Direttore Generale dell’Università Luiss di Roma e manager di grande esperienza.

giovedì 2 maggio 2013

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Che cos’è il management
di Pier Luigi Celli

Il ruolo centrale del management come arte di governo; un mestiere da ripensare che deve puntare sulla pluralità dei saperi, per poter competere sul mercato di oggi. Il professor Pier Luigi Celli, attuale direttore generale dell’Università Luiss di Roma, con un passato di responsabile di gestione, organizzazione e formazione di risorse umane in grandi gruppi, nonché ex direttore generale della Rai, guida il lettore nel mondo dei manager, ovvero di chi occupa lo spazio solitamente occupato dei poteri intermedi, quelli che si fanno forti dei mandati altrui. Quasi sempre tentati di affermarsi in proprio, proiettati verso una carriera individualistica che, una volta arrivata all’apice del successo, tende inevitabilmente a cristallizzarsi all’interno del panorama aziendale.

lunedì 22 aprile 2013

Piccole e medie imprese di successo


I risultati di una ricerca del professor Fernando Alberti della Liuc spiega come innovando ed internazionalizzando anche le PMI possono avere successo.

Il tema della competitività è al centro del dibattito economico e politico ed interessa in particolare le imprese di minore dimensione, più vulnerabili in un contesto di crisi come l’attuale. Non è tanto importante considerare su “cosa” si competa, quanto piuttosto “come” si competa. Ciò che conta è la produttività nell’uso del capitale umano, intellettuale, economico, tecnologico e fisico. Perché cresca la competitività è necessario essere maggiormente competitivi sul fronte della produttività e per esserlo, è necessario lavorare sulla capacità imprenditoriale delle imprese.
L’economia italiana si colloca al 42esimo posto nella classifica della competitività a livello mondiale, secondo le valutazioni del World Economic Forum e soffre, almeno da un decennio, di una marcata e generalizzata contrazione di porzioni di mercato tradizionalmente servite dalle Pmi, sempre più occupate da colossi asiatici. Il rischio principale per le piccole e medie imprese è quello di non riuscire a elaborare proposte strategiche, volte ad intraprendere percorsi di sviluppo.

Donne manager: antidoto anticrisi per le aziende.

Ma la presenza del gentil sesso nei board continua ad essere bassa 



Poche ma molto brave; è il ritratto delle donne manager tracciato da uno studio di Evershed del 2012, che dimostra come, ad oggi, le aziende con il maggior numero di donne in consiglio di amministrazione, abbiano superato meglio la crisi finanziaria. Un’altra analisi, questa volta di Cerved, rileva che una presenza femminile pari almeno al 30% del board, porta a risultati migliori e addirittura dimezza il rischio di insolvenza. Se da un lato si moltiplicano le ricerche che illustrano i benefici per le imprese che hanno donne manager al top, dall’altro il numero di esponenti del gentil sesso in questi ruoli continua ad essere molto basso.

giovedì 4 aprile 2013

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La dittatura delle abitudini
di Charles Duhigg

Spiegare come cambiare le abitudini e migliorare la qualità della propria vita e del propri lavoro, è l’obiettivo del saggio di Charles Duhigg, giornalista del New York Times, inviato di guerra e autore di numerose inchieste giornalistiche. Partendo dal presupposto che le abitudini compongono il 40% del nostro comportamento quotidiano, per poterle modificare occorre identificarne le componenti. Spesso le abitudini sono inconsce, dunque, per cambiarle, bisogna prima diagnosticarle e riprogrammare il proprio modo di agire.
Alla base di ciascuna abitudine, secondo l’autore, si nasconde uno specifico circolo neurologico che si divide in tre parti: segnale, routine e gratificazione. Solo una volta compreso il loop dell’abitudine è possibile iniziare a modificare il proprio comportamento e, per riuscirci, è fondamentale avere un piano. Nel libro, partendo da esempi molto concreti, Duhigg aiuta ad individuare le abitudini che non riguardano soltanto la singola persona, ma anche le istituzioni e le aziende. Le abitudini non sono un destino ineluttabile ma, imparando a trasformarle, è possibile migliorare la propria vita o incrementare la produttività di un’azienda. In pratica anche il cambiamento organizzativo, in fondo, è una questione di abitudini.
Prese nel loro complesso, le abitudini influenzano enormemente la nostra salute, il nostro lavoro, la nostra situazione economica e la nostra felicità. L’autore nel libro tratta diversi casi significativi, dove, a partire dalle proprie abitudini, e agendo su di esse, si possono ottenere grandi successi, come quel generale americano che riuscì ad eliminare i tumulti di piazza in Iraq, oppure l’impresa del nuotatore Michael Phelps, che ottenne i suoi record mondiali nonostante avesse occhialini difettosi.


Scheda del libro:
Titolo: “La dittatura delle abitudini”
Autore: Charles Duhigg
Editore: Corbaccio
Anno: 2012
Costo: 18.80 euro
Pagine: 432

martedì 12 marzo 2013

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Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo
di Federico Rampini

Il saggio di Federico Rampini si occupa di un tema centrale, ancorché poco approfondito, che riguarda la società ma soprattutto il mondo del lavoro e la sua organizzazione, ovvero il ruolo dei lavoratori over 50. Nelle analisi degli esperti, in letteratura ed anche nelle inchieste giornalistiche, si parla sempre dei giovani lavoratori, spesso precari e dal futuro incerto; meno frequente invece, il tema dei lavoratori over 50, la generazione dei cosiddetti baby boomer.
L’autore va oltre l’immagine classica degli over 50, solitamente percepiti come una sorta di casta, che gode di tutele. Un problema particolarmente italiano, come Rampini nota quando rientra nel nostro Paese, anche solo per qualche giorno, dagli Usa, dove fa il corrispondente  per il quotidiano La Repubblica.
Figli del boom economico, tanti e longevi, i lavoratori over 50 restano una grande risorsa per il mondo del lavoro. Rampini descrive attraverso flash ed episodi come molti sanno affrontare la sfida di inventarsi una nuova vita e un nuovo ruolo per i prossimi anni. In America qualcosa comincia a muoversi, e in Italia?

Scheda del libro:
Titolo: “Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”
Autore: Federico Rampini
Editore: Mondadori
Anno: 2012
Pagine: 169
Prezzo: 16 euro

venerdì 8 marzo 2013

Psicologia del lavoro e produttività


Intervista a Silvio Carlo Ripamonti, ricercatore e docente di Psicologia del lavoro e dell’organizzazione, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

La psicologia del lavoro gioca un ruolo di primo piano nell’organizzazione di un’azienda. Non si tratta certo di un aspetto secondario e non deve essere sottovalutato, perché riguarda da vicino la qualità e la quantità del lavoro che si svolge all’interno di un’impresa. Per approfondire il tema, abbiamo intervistato il Professor Silvio Ripamonti, ricercatore presso l’Università Cattolica di Milano ed esperto della materia.
A che punto è oggi la ricerca sulla psicologia del lavoro?
La struttura del lavoro, che è radicalmente modificata, ha reso necessario modificare ed ampliare i paradigmi di studio che vogliano comprendere le dinamiche che si generano sui luoghi di lavoro oggi. Nella ricerca in psicologia del lavoro si possono cogliere due tendenze; la prima tende a spostare l’attenzione dai temi classici di studio verso nuovi ambiti, assolutizzando i cambiamenti. 

mercoledì 27 febbraio 2013

Le reti d'impresa: nuovo modello di organizzazione


Operare in rete fa bene alle piccole imprese: migliora le performance produttive, aumenta il fatturato, taglia i costi, allenta addirittura lo stretto nodo del credito bancario, si rivela, insomma, un antidoto efficace alla crisi. 
Il 38,5% delle aziende che hanno sottoscritto un contratto di rete, segnala un incremento del fatturato, il 33,3% un aumento degli investimenti. Ancora più ottimiste le imprese che da meno di un anno agiscono “in rete”: la metà di esse prevede di aumentare fatturato e investimenti; quasi una su quattro (24,8%) segnala una diminuzione dei costi di produzione. Sono questi alcuni dei risultati di un’indagine del Ministero dello Sviluppo Economico, pubblicata nella relazione annuale del Garante per le micro, piccole e medie imprese, su un campione di imprese aderenti ai contratti di rete.
Per approfondire gli aspetti principali di questo modello gestionale, abbiamo intervistato Giorgio De Rossi, esperto nel settore economico finanziario dei Fondi Strutturati Europei e manager della Rete Sanares, attiva nel settore socio sanitario.

venerdì 22 febbraio 2013

La redazione consiglia ...

"Le reti di impresa in sanità"


L’esempio da seguire è quello di Sanares, una Rete d’Impresa costituita a Roma, che, per prima, in Italia, realizza l’aggregazione di imprese socio sanitarie del Lazio. Imprese multidisciplinari che svolgono le proprie attività nei settori della prevenzione, diagnosi e cura, del benessere psicofisico e della chirurgia medica. Le imprese della rete, pur mantenendo la propria identità, sono accomunate dall'adozione di una strategia condivisa, che ha l’obiettivo di realizzare un modello di offerta sanitaria organica sul territorio. Gli autori del libro hanno ravvisato un crescente interesse nel “fare rete”. Del resto, già nel 2011 avevano pubblicato per Buffetti un interessante saggio dal titolo “Le reti d’impresa”.

giovedì 21 febbraio 2013

Virtù, consapevolezza e consistenza di sé




Salvatore Natoli, professore di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, nel suo L’edificazione di sé (Laterza 2010), ci propone un saggio breve, ma denso di contenuti e concetti stimolanti, in cui tratta l’identità, il rapporto con gli altri e il senso da dare alla propria esistenza in un mondo complesso, mobile e frammentato.
Il tema di base è la virtù, declinata nella fortezza, temperanza e coraggio, costruita e dimostrata nel rapporto verso di sé e verso gli altri.
Natoli non si riferisce alla virtù cristiana, la virtù che si genera nella privazione e nel rigore; egli parte invece dall’aretè dei greci: il termine appartiene alla medesima famiglia del verbo aretào, che vuol dire “prosperare” e persino “essere fortunati”. Significa anche fertilità. Possedere l’aretè ha allora il valore del mettere a frutto le proprie doti o predisposizioni.

mercoledì 20 febbraio 2013

Come migliorare la produttività del lavoro intellettuale e manageriale


Riunioni più brevi ma più produttive. 
Lettura mirata dei documenti e non fermarsi troppo tempo in ufficio. Migliorare la produttività passa da una serie di accorgimenti, a volte davvero semplici, che riescono a combinare, da un lato la gratificazione dell’individuo, in grado di raggiungere i propri obiettivi aziendali e di carriera e dall'altro garanzia di reddito per i datori di lavoro. 
Robert C. Pozen, dirigente finanziario e docente alla Harvard Business School, indica la strada da seguire per migliorare l’organizzazione del lavoro nelle aziende, scardinando convinzioni diffuse.

lunedì 11 febbraio 2013

Editoriale: social network per le aziende


I social network stanno diventando un elemento pervasivo nella nostra vita e un punto di riferimento imprescindibile per le relazioni sociali, soprattutto delle giovani generazioni.
Anche all’interno del mondo del lavoro, il loro utilizzo si sta affermando in modo significativo. Prova ne sono le numerose ricerche e pubblicazioni che dedicano spazio ed attenzione al fenomeno.
Se ne è occupata recentemente anche una ricerca di Aidp Lombardia, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano ed OpenKnowledge, alla quale anche io ho partecipato. Scopo della ricerca era verificare in quale misura l’utilizzo crescente di tecnologia 2.0 e i social network influisca sui ruoli HR e sulle modalità di gestione delle Risorse Umane. La ricerca è stata svolta sia recuperando dati quantitativi, con un questionario a cui hanno risposto 153 aziende, che approfondendo qualitativamente con 17 rappresentanti di HR di aziende di grandi dimensioni come: Adecco, Atm, Brembo, BTicino, Edenred, H3G, Sanofi Aventis, Ibm, Microsoft, Pirelli, Randstad, Sasol, Sea, Sisal, Stm, Unicredit, Vodafone, e, infine, confrontandosi, attraverso focus group, con utilizzatori interni di queste aziende.

venerdì 8 febbraio 2013

Ad ognuno il suo stile


Che cosa sono questi numeri?
È la realtà di Linkedin, il social network nato nel 2003 e dedicato al mondo professionale.
Sul portale, infatti, sono presenti milioni di utenti che condividono le proprie esperienze lavorative, pubblicano profili, cv, ed aggiornamenti, spesso con l’intenzione di trovare una professione o un impiego che corrisponda alle proprie aspettative ed ambizioni professionali. 
Il confronto con l’altro grande colosso della famiglia dei Social Network, Facebook, si gioca tutto sul piano personale Vs professionale
Facebook nasce infatti con un approccio più “business friendly”, maggiormente orientato all’intrattenimento, mentre Linkedin focalizza la sua attenzione sul tema del lavoro, diventando strumento per lo sviluppo di relazioni che hanno maggiore probabilità di incidere positivamente sulla sfera professionale. 
Per intenderci, è come se Facebook fosse il salotto di casa o il bar dove ci si incontra con gli amici: si vedono le foto delle vacanze, dei figli, si ritrovano vecchi compagni di classe, si organizzano storiche rimpatriate, raduni, flash mob… senza dimenticare di taggare, condividere e dire “Mi piace”. Mentre Linkedin è l’ufficio, dove la foto del profilo è meglio sia in giacca e cravatta con sfondo bianco, essenziale e pulita, perché qui non conta se sei abbronzato, rilassato, sciolto liscio o pettinato, qui quello che conta è la tua esperienza professionale.

giovedì 7 febbraio 2013

Erasmus: formazione e lavoro


Frequentare stage e tirocini all’estero fornisce agli studenti la possibilità di costruirsi una carriera internazionale e di trovare più facilmente un’occupazione.
Il programma universitario Erasmus, nato nel 1987, ma balzato recentemente agli onori delle cronache italiane non per la sua utilità, ma perché agli studenti italiani è stata negata la possibilità di votare all’estero, rappresenta oggi uno step importante per dare un profilo internazionale al proprio curriculum e potersi costruire una carriera anche all'estero. Tra le 100 università più attive in Erasmus ci sono ben 16 atenei italiani, tra cui al terzo posto assoluto l’università Alba Mater di Bologna, al quinto la Sapienza di Roma e all’undicesimo l’Università degli Studi di Padova. Nella top 100 delle università che invece hanno accolto più studenti stranieri troviamo ancora Bologna, all’ottavo posto, e poi Firenze e la Sapienza di Roma. Mete preferite dagli studenti italiani: Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo, senza dimenticare la grande crescita d’interesse per la Turchia.
Formazione ma anche lavoro: la nuova sfida di “Europa 2020” è di far crescere la percentuale di studenti che trascorrono periodi di stage e tirocinio all’estero. Diversi sondaggi e studi recenti dimostrano che un’esperienza all’estero è valutata molto positivamente dai responsabili delle risorse umane; “gli Erasmus” vengono considerati persone intraprendenti, che hanno ampliato i propri orizzonti, migliorando le competenze linguistiche e respirando altre culture. 

LA REDAZIONE

venerdì 1 febbraio 2013

La Redazione consiglia...


HR Outsourcing; l’esternalizzazione dei processi di gestione delle Risorse Umane tra rischi e benefici

L’obiettivo è garantire efficienza, continuità e certezza dei risultati attraverso un efficace utilizzo dei supporti esterni all’impresa, mantenendo all’interno dell’organizzazione le competenze core. Un modello di gestione, quello dell’outsourcing, che nel mercato anglosassone costituisce già da molto tempo un modello efficace di gestione dei processi operativi. Nell’ultimo decennio, le esperienze di utilizzo in outsourcing di servizi e supporti per i processi produttivi, per i sistemi informativi, per i servizi legali e finanziari, si sono estese anche ai servizi per le risorse umane, non solo per la gestione delle paghe e dei contributi, ma anche per altri processi quali la selezione, la formazione, la pianificazione, lo sviluppo.
Gli autori, consapevoli di queste evoluzioni, affrontano il tema dal punto di vista della strategicità del ruolo delle Direzioni Risorse Umane, evidenziando, attraverso la loro ricerca, come i processi di esternalizzazione possano essere importanti non solo per ridurre i costi, quanto soprattutto per liberare e concentrare le Direzioni HR sulle attività strategiche per il business. L’esternalizzazione diventa fattore strategico, non solo tecnico e tattico.

Partendo dai dati raccolti attraverso un’indagine accurata e dall’esperienza empirica delle aziende coinvolte nella ricerca, gli autori focalizzano le best practices importanti per coloro che stanno ragionando sull’HR outsourcing, o stanno avviando un processo di esternalizzazione di parti della Direzione HR. Nel libro si evidenziano le soluzioni che possono meglio aiutare la Direzione HR nel trasformare l’outsourcing in un fattore critico di successo e di supporto allo sviluppo della strategia aziendale.

Scheda del libro:
Titolo: HR Outsourcing
Autori: Roberto Ferrari, Umberto Frigelli, Claudio Tronconi
Editori:Guerini e associati
Data pubblicazione: maggio 2012