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venerdì 24 giugno 2011

A scuola di leadership

Già all’università un percorso di formazione manageriale forgia il carattere dei dirigenti di domani
Da tempo l’Osservatorio monitora il mondo dei rapporti tra le aziende e gli atenei, per conoscere lo stato dell’arte nella complessa dinamica della selezione di nuove risorse. In questo numero abbiamo focalizzato l’attenzione sui criteri per l’assessment e il placement dei giovani laureati. In quest’ottica l’Osservatorio ha  intervistato Davide Tarlazzi, coordinatore e responsabile del progetto formativo “Skills & Behaviour” al Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo di Castellanza (LIUC). Il docente ci ha illustrato il progetto che dirige da oltre 6 anni, svelandoci la filosofia e gli obiettivi che lo muovono. Ecco cosa ci ha detto.

Manager non si nasce, si diventa. Di più: da manager, ci si comporta. E chi pensa si tratti solo di una questione di etichetta, è meglio che torni a studiare.

Certamente la formazione della classe dirigente di domani è una questione di preparazione e di know-how. I giovani universitari arricchiscono i loro percorsi di studio con esami teorici e tecnici. Ma i due pilastri del cursus honorum, ovvero nozioni e abilità, da soli non bastano. Per tenere in piedi una solida formazione manageriale, serve un terzo elemento. Serve il carattere.
“Accanto al sapere e al saper fare, conta l’atteggiamento” spiega Davide Tarlazzi, coordinatore e responsabile del progetto formativo “Skills & Behaviour” al LIUC di Castellanza, in provincia di Varese.